1969 - Il secondo scudetto, la Fiorentina Yè-Yè
La stagione tricolore del 1968-69 non vede i viola partire tra i favoriti. A fari spenti la Fiorentina esordisce con una vittoria all’Olimpico contro la Roma di Helenio Herrera. Dopo l’unica sconfitta stagionale contro il Bologna, il successo a San Siro contro l’Inter dà inizio alla galoppata verso il secondo scudetto. Le vittorie della Fiorentina si susseguono e sono tutte ottenute di stretta misura, a testimoniare la pragmaticità e la disciplina tattica della squadra allenata da Bruno Pesaola, un argentino che carica i suoi ragazzi con le canzoni di Peppino Gagliardi. Ci si rende presto conto che la squadra yé-yé, voluta dal presidente Nello Baglini, è cresciuta ed è matura per essere una seria pretendente al titolo. Prima delle feste natalizie si chiude l’anno con un altro successo, sul Palermo, quanto mai opportuno dopo la batosta di Lisbona 3-0 col Vitória Setúbal nella Coppa delle Fiere.
La Fiorentina prosegue il campionato lottando al vertice con Cagliari e Milan. Alla ventunesima giornata i viola travolgono il Vicenza e conquistano definitivamente la vetta della classifica. Dopo la vittoria casalinga contro il Pisa, la Fiorentina giunge a due giornate dalla fine con due punti di vantaggio sul Milan e tre sul Cagliari. Alla penultima giornata i viola sono impegnati a Torino sul campo della Juventus, dove sono seguiti da più di diecimila tifosi. Dopo un primo tempo equilibrato in cui Superchi si distingue per un paio di ottime parate, nella ripresa i ragazzi di Pesaola sferrano l’affondo decisivo con i gol di Chiarugi e Maraschi. Grazie al contemporaneo pareggio del Milan, la Fiorentina, a distanza di tredici anni dal primo scudetto, è matematicamente campione d’Italia per la seconda volta nella sua storia.
Firenze accoglie festante i suoi eroi: Superchi, Rogora, Mancin, Esposito, Ferrante, Brizi, Chiarugi, Merlo, Maraschi, De Sisti, Amarildo, Bandoni, Cencetti, Danova, Mariani, Pirovano, Rizzo e Stanzial. L’ultima gara casalinga contro il Varese è solo il pretesto per una festa infinita, in un tripudio di bandiere viola, all’interno dello stadio così come in giro per tutta la città.